La Sagra di Baggio compie 397 anni e celebra la Liberazione
Il 19 ottobre 2025 la Sagra di Baggio taglia il traguardo della 397esima edizione, dedicata quest’anno all’ottantesimo anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Una scelta significativa per una manifestazione che si tiene ininterrottamente dal 1628, nata per celebrare l’apertura al pubblico della parrocchia di Sant’Apollinare.
Dal 17 al 19 ottobre, il borgo si trasforma in un palcoscenico diffuso dove Istituzioni, associazioni, scuole ed enti del territorio incontrano gli abitanti, colorando strade e piazze fino alla conclusione domenicale in piazza Anita Garibaldi. Non mancano i mercatini artigianali con prodotti locali e gli stand gastronomici con specialità lombarde, con particolare attenzione all’agricoltura a chilometro zero.
Il programma è un caleidoscopio di linguaggi: arte, musica, teatro, sport, danza si intrecciano in appuntamenti gratuiti per tutte le età. Tra gli ospiti speciali spiccano Paolo Jannacci, con la sua sensibilità musicale legata all’arguto retaggio paterno, Johnson Righeira, che ha immortalato un’epoca irripetibile, e Max Cavallari, che porta avanti con sardonico umorismo l’eredità del duo I Fichi d’India. Sul fronte musicale, live band tra pop, rock, funk e jazz animano le serate.
Conferenze, laboratori, visite guidate, presentazioni di libri, screening sanitari dell’ASST, info point del Terzo Settore, iniziative su ecologia, inclusione sociale e sostegno psicologico compongono un’offerta che va oltre l’intrattenimento puro.
Tra le leggende che accompagnano la sagra c’è quella di un asino affamato che scalò il campanile di Sant’Apollinare per brucare l’erba, storia che per anni ha ispirato il Palio degli Asinelli. Baggio è riuscito a mantenere la propria identità di borgo e la memoria contadina accanto a quella metropolitana, facendo della sagra un momento autentico di riscoperta comunitaria. Un appuntamento che vale la pena segnare in agenda, non solo per chi vive nel Municipio 7, ma per chiunque voglia scoprire una Milano diversa da quella patinata del centro.
