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Il drago di Peschiera

Il drago di Peschiera
  • PubblicatoSettembre 15, 2023
Tempo di lettura: 2 minuti.

Nello stemma del comune di Peschiera Borromeo c’è un animale che somiglia a un drago.
Nella relazione storico araldica che nel 1964 portò alla concessione del gonfalone, si parla di “antiche e torbide storie, magnifiche di eroismi”, legate alla peschiera e aventi per protagonista un drago o, più precisamente, un basilisco, un animale fantastico dall’alito velenoso figlio di un rospo e di un gallo.

Non è facile reperire queste leggende, ma il basilisco c’è e ce lo teniamo, anche perché è simpatico e per nulla minaccioso, tanto da avere una variante fumettistica: il Draghetto che diventò il simbolo del giornale locale “Il Confronto”.

Una volta esisteva intorno all’Adda, un grande lago paludoso, il lago Gerundo, che si diceva abitato da un drago.
Pare che il drago fosse un mostro chiamato Tarantasio, che sputava fiamme e infestava il lago, causando pestilenze per via del suo alito e nutrendosi di bambini, e che per questo venisse combattuto.

Le sue ossa, ritrovate nel medioevo sarebbero tuttora visibili in alcune chiese del bergamasco e del lodigiano (S. Giorgio in Lemine, di S Bassiano e altre) ma probabilmente sono costole di animali preistorici che la fantasia popolare ha attribuito al drago.
Una storia narra che il drago sia stato ucciso dal capostipite della famiglia Visconti e che per questo il biscione con un bambino tra le fauci sia diventato il simbolo della città di Milano.

Alcuni sostengono che il mostro non sia altro che una rappresentazione popolare del metano, di cui era tanto ricco il nostro sottosuolo, tanto che l’immagine del drago Tarantasio, diventato una specie di cane a sei zampe che sputa fuoco, è finita sulle insegne dei distributori di una nota industria petrolifera.

Così il nostro drago o basilisco che fosse, dalle paludi del lago Gerundo, oltre che sulle insegne dei benzinai, è finito sul gonfalone del nostro Comune, che per alcuni anni ha indetto il premio “Il Basilisco d’oro”, assegnato a personalità meritevoli della cultura e del volontariato.

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