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Olimpia Milano regala un’esperienza immersiva ai tifosi con disabilità visiva

Olimpia Milano regala un’esperienza immersiva ai tifosi con disabilità visiva
  • PubblicatoGiugno 11, 2025
Tempo di lettura: 2 minuti.

Il mondo dello sport continua a evolversi, non solo sul campo ma anche sugli spalti. L’Olimpia Milano ha dimostrato che l’inclusione può trasformare completamente l’esperienza sportiva, introducendo durante la semifinale playoff contro la Virtus Bologna un servizio che segna un piccolo ma significativo passo avanti.

Grazie alla tecnologia “Connect Me Too”, sviluppata da CMT Translations, i tifosi con disabilità visive hanno potuto immergersi completamente nell’atmosfera della partita attraverso un’audiodescrizione che va oltre la semplice cronaca. Un audiodescrittore professionista ha raccontato non solo l’azione sul parquet, ma anche i dettagli che rendono unica l’esperienza dal vivo: i movimenti della panchina, le reazioni del pubblico, quei piccoli momenti che costruiscono l’emozione di una serata di playoff.

La semplicità del sistema colpisce: un’app scaricabile gratuitamente, auricolari e connessione mobile. Niente di complesso, tutto estremamente diretto. «Siamo orgogliosi di aver introdotto il servizio di audiodescrizione “Connect Me Too”: per noi, l’inclusione è un principio irrinunciabile: rendere l’esperienza dal vivo accessibile anche a chi vive una disabilità visiva significa rafforzare il legame con tutti i nostri tifosi, senza lasciare indietro nessuno. Lo sport deve essere di tutti, e vogliamo che ogni voce si senta parte della nostra storia», ha dichiarato Michele Samaden, responsabile CSR del club milanese.

«Quella dell’Olimpia Milano non è solo una scelta tecnica, ma un gesto concreto di attenzione verso chi troppo spesso resta ai margini. Scegliere di aprirsi a un servizio come “Connect Me Too” significa credere che l’inclusione non sia un’aggiunta, ma parte dell’identità stessa del club. Siamo fieri di essere al loro fianco come partner tecnologico per portare più voci, più emozioni, più umanità dentro il basket», ha dichiarato Tony D’Angelo, responsabile del progetto “Connect Me Too” per CMT Translations.

Il progetto non è isolato: dal 2019 “Connect Me Too” ha già accompagnato numerose realtà sportive, da Milan e Inter fino alla Nazionale di rugby. Ogni implementazione rappresenta un mattone nella costruzione di un’esperienza sportiva davvero universale.

Quello che emerge è un paradigma diverso: l’accessibilità non come concessione, ma come elemento naturale dell’offerta sportiva. Un cambiamento culturale che parte dalla tecnologia ma arriva dritto al senso più profondo dello sport condiviso.

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