Umani ed altri animali: come comunichiamo?

L’etimologia del termine Comunicare significa “rendere comune”.
Alcuni studiosi ritengono la comunicazione uno scambio di informazioni vantaggioso per gli individui coinvolti. Non sempre è così e, fissare una definizione di comunicazione senza cadere in contraddizioni può essere complesso. Possiamo dire che è una trasmissione di contenuti da un emittente ad un ricevente e che il comportamento di quest’ultimo tendenzialmente modifica dopo aver ricevuto il messaggio. Un complimento che fa arrossire in pochi secondi o il corteggiamento del maschio di tortora che induce una cascata ormonale nella femmina rendendola più disponibile alla nidificazione, ecco come il comportamento interno e/o esterno cambia in seguito alla ricezione di un messaggio.
La comunicazione può verificarsi tra membri della stessa specie così come tra specie diverse. Per fare solo alcuni esempi: grazie alle guide del nettare, i fiori comunicano con le api. Così come, mediante un patto comunicativo, il proprietario riesce a richiamare il suo cane.
Gli animali, come l’essere umano, utilizzano i segnali comunicativi per scambiarsi un messaggio. La comunicazione può avvenire sia con segnali verbali che con segnali non verbali. Probabilmente se pensiamo al modo di comunicare della nostra specie, la prima cosa che viene in mente è il linguaggio verbale. Tuttavia la maggior parte dell’informazione è veicolata dal canale non verbale spesso in modo inconsapevole. La cinesica è quella scienza che studia movimenti, gesti, posizioni e mimica del corpo. Forse alcuni avranno visto “Lie to me”, una serie tv americana in cui il protagonista, psicologo esperto nella lettura della comunicazione non verbale, collabora con la giustizia per smascherare i criminali. Gran parte del linguaggio del corpo è universale. Si può mentire con il verbale ma falsificare il linguaggio del corpo è praticamente impossibile.