R.A.M. al Franco Parenti. Il futuro distopico tra mistero e comicità
Tempo di lettura: < 1 minuto. Stiamo aprendo le porte all’estate ma la stagione teatrale, al Franco Parenti (Milano), non si è esaurita. Andrée Ruth Shammah, l’anima fervente del teatro
Stiamo aprendo le porte all’estate ma la stagione teatrale, al Franco Parenti (Milano), non si è esaurita. Andrée Ruth Shammah, l’anima fervente del teatro milanese, ci ripropone la saggia e retorica domanda dell’amico Franco. «Perché mai in estate il cervello dovrebbe andare in vacanza?» Un mantra più che una domanda. E la risposta è una programmazione che non smette di riempire il calendario. Dal 21 giugno si inaugura un debutto su cui la Shammah ha concretamente investito. È la volta di R.A.M. in scena fino al 2 luglio. Lo spettacolo battezzerà il neoregista napoletano Michele Mangini che tratteggerà i punti di maggior intensità di un testo coinvolgente nato dalla mano del drammaturgo Edoardo Erba. Troveremo un volto noto al cinema oltre che a teatro, quello di Marina Rocco, sbocciata nel ruolo protagonista di Cruz, una donna bombardata dal desiderio di sottrarsi ai ricordi dolorosi di un passato da cancellare.
Una catapulta tra visioni surreali e futuristici panorami umani che faranno sorridere e sgranare gli occhi in un solo tempo. R.A.M. è la rappresentazione crocevia dei due mondi che si separano in un futuro distopico tra classi, caste, corpi perfetti e menti lavate dalla memoria scomoda e ingombrante. Siamo nel 2120, traslati in una realtà che si tinge di mistero, capace di donare al mondo umano, o meglio a quella parte imperante di esso, il potere sconfinato, senza morale, di acquistare le memorie altrui e vivere secondo regimi autoreferenziali e dittatoriali. Nello specchio del palcoscenico si profila un futuro impossibile, permeato di ologrammi e di evanescenti personalità. Per farci pensare ai nostri giorni, in una vita così modificata e così spesso innaturale.