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Philèin sophia. Quando il sapere è amore

Philèin sophia. Quando il sapere è amore

Tempo di lettura: < 1 minuto. Conta più di duemila anni quella parola nata dal solo sentimento della meraviglia. Nel VI secolo a.C. la filosofia ha trovato il seme più

  • PubblicatoDicembre 15, 2021
Tempo di lettura: < 1 minuto.

Conta più di duemila anni quella parola nata dal solo sentimento della meraviglia. Nel VI secolo a.C. la filosofia ha trovato il seme più fertile tra passeggiatori curiosi in tuniche bianche, in una terra, quella greca, ancora vergine e in attesa di essere scolpita in modo indelebile. Uomini straripanti di affectum elevavano i pilastri della cultura occidentale interrogandosi a partire da una fenomenologia pratica e concreta.

I filosofi, carichi di amore per la conoscenza, facevano dell’osservazione la principale pratica per conoscere il mondo, per coglierne il funzionamento. Ansiosi di scoprire i meccanismi di tutto ciò con cui entravano in contatto: indagare il fine di ogni cosa per comprendere anche l’incomprensibile. Avevano stabilito un legame tra sé, il mondo della natura e quello da cui derivava il proprio limite conoscitivo. Miti e leggende sono stati un pronto soccorso per colmare l’animo inquieto che non trovava risposte tangibili: oggi sono letture emozionanti accanto alle loro incredibili scoperte.

I grandi filosofi, con i pochi mezzi a disposizione, ci hanno davvero regalato uno straordinario abbecedario, un vademecum per ogni disciplina del vivere che resterà per sempre la prima lente attraverso la quale guardiamo la realtà. Ricordiamo che tutto parte da un ingrediente ancestrale e inesauribile: la meraviglia. Per fare filosofia serve sempre, ancora, quel pizzico di stupore, la scintilla che apre la strada al desiderio di indagare, di scoprire, di conoscere. Facciamo come Socrate, il maestro che ha suggerito di non essere mai troppo tronfi di noi stessi. Torniamo ad amare, torniamo a conoscere, anche fingendo “di non sapere” perché quella fiamma resti viva in eterno.

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