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Musicisti peschieresi, dagli Scrapers alla Crikka

Musicisti peschieresi, dagli Scrapers alla Crikka
  • PubblicatoMaggio 30, 2023
Tempo di lettura: 2 minuti.

Scrapers significa «quelli che grattano», un po’ come dire i rompiscatole; sono nati per gioco più o meno 30 anni fa.
Ce ne parla Cristian Paveri, uno dei fondatori e attuale leader del gruppo, nonché autore delle canzoni.
«Eravamo un gruppo di amici che si ritrovavano a tirar tardi per le strade di Peschiera e che un giorno decise di formare un gruppo rock. Nella formazione originale c’erano Alessandro Maremonti voce, Vito Moscati alla batteria, Sergio Civaschi al basso, Ilario Gobbi e il sottoscritto alle chitarre. Il gruppo è nato per amore dell’hard rock e del metal, ma fin da subito abbiamo cominciato a produrre pezzi originali, evitando le cover».

Ricorda Cristian: «Abbiamo cominciato a esibirci nei locali di Milano. Abbiamo anche partecipato al concorso “Emergenza Rock” sempre a Milano, finendo settimi su 1500 iscritti: un grande risultato! Ci sono stati ovviamente dei cambi di formazione, avendo nelle nostre file anche il mitico Maurino Fara al basso. E ci sono state anche purtroppo delle pause».
Prosegue Cristian: «Dopo una di queste siamo ripartiti cambiando nome, così nel 2015 è nata la Crikka di Peschiera. Il cambiamento più significativo nel nostro fare musica è stato che abbiamo cominciato a fare anche cover, continuando però a portare avanti i nostri pezzi originali hard rock in italiano».

E oggi? «La formazione attuale vede, oltre a me, Nello Battiloro alla chitarra, Jack Chiacchio alla batteria e Francesco Stringa al basso. Stiamo preparando un album con sei canzoni in italiano: s’intitolerà “Delirio fragile”. Abbiamo già inciso la prima canzone che si chiama “Gli odori”, però abbiamo cambiato nome in “The Clique”, la Crikka in inglese. Abbiamo partecipato alle varie iniziative organizzate dal Comune, come il “Mangem in strada” o il 1° Maggio, ma ci piacerebbe si riuscisse a organizzare concerti dal vivo, magari su un palco serio! Insomma, nel nostro piccolo abbiamo fatto grandi cose».

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