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La docente Annaletizia La Fortuna che insegna nel carcere di Bollate

La docente Annaletizia La Fortuna che insegna nel carcere di Bollate
  • PubblicatoFebbraio 9, 2024
Tempo di lettura: 2 minuti.

Annaletizia La Fortuna, classe 1976, di origine pugliese vive a Milano e nella vita è docente di matematica. Da dieci anni insegna nel carcere di Bollate, nella sezione distaccata di un istituto professionale ad indirizzo alberghiero, con grande entusiasmo e passione.

«Non è certamente una realtà semplice e scontata – ci racconta con emozione Annaletizia -, spesso occorre superare la barriera dei pregiudizi e delle ovvietà. Talvolta mi devo ingegnare per sopperire alla carenza di libri, materiale didattico. Quello che muove i miei passi è sicuramente la voglia di formare, di trasmettere nozioni, conoscenza e di offrire agli studenti l’occasione di esplorare “mondi possibili” attraverso il sapere. Non sempre dall’altra parte trovo il riscontro che vorrei: la scuola in carcere presenta infatti un tasso fisiologico molto alto di dispersione scolastica dovuto a scarcerazioni, inizio di attività lavorative all’interno dell’istituto, demotivazione, depressione. Nonostante ciò, ce la metto tutta perché credo nella potenza della cultura e che i detenuti e le detenute abbiano diritto a una seconda possibilità, quella di vedere il mondo con altri occhi e di riprogettare una nuova vita. Si può e si deve imparare anche dentro al carcere. Questa esperienza educativa mi ha dato e mi sta dando molto in termini di umanità. Mi sono messa in gioco mettendomi in discussione come persona e come insegnante. L’incontro con i miei studenti mi ha dato la possibilità di avvicinarmi a culture a me completamente estranee, a nuovi modi di interpretare la vita, la società, lo Stato, i valori morali. A volte si rimane spiazzati, attoniti ma ne vale la pena. Devo dire che ho ancora molto da insegnare e da dare e cercherò di farlo con attenzione, puntualità, originalità senza perdere il mio entusiasmo».

Recentemente Annaletizia è stata relatrice all’evento “Girasoli d’Inverno” a Palazzo Isimbardi portando la sua preziosa testimonianza a contatto con la realtà carceraria.

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