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La Biennale di Architettura chiede agli architetti di affrontare la crisi climatica

La Biennale di Architettura chiede agli architetti di affrontare la crisi climatica
  • PubblicatoGiugno 19, 2025
Tempo di lettura: 2 minuti.

Dal 10 Maggio al 23 Novembre, Venezia accoglie la diciannovesima edizione della Biennale di Architettura. Curata da Carlo Ratti, l’edizione ha per titolo e tema: “Intelligens. Natural. Artificial. Collective.”

Le due esposizioni principali si trovano all’Arsenale e ai Giardini, questi ultimi un po’ sotto tono a causa dei lavori di rifacimento del padiglione principale e di alcuni padiglioni nazionali.
Numerose le nazioni rappresentate in entrambi i luoghi e nelle molte altre esibizioni dislocate nel capoluogo veneto.

Il tema dell’edizione trova la sua chiara rappresentazione nell’Arsenale dove il visitatore è subito introdotto in un ambiente umido riscaldato dai motori per l’aria condizionata.
Il messaggio è chiaro: il pianeta si sta riscaldando, le risorse sono limitate, la popolazione aumenta, cosa propongono gli architetti per affrontare la minaccia?

Molte le proposte avanzate, sia nel recupero dei materiali sia nello sviluppo di nuove forme dell’abitare e del costruire. L’ispirazione più convincente è tratta dalla natura mentre si conserva una viva speranza nelle nuove tecnologie.

Molti hanno guardato alle tradizioni, come il Bahrain che si è aggiudicato il Leone d’Oro riproponendo un metodo tradizionale per rinfrescare gli ambienti. Tra i premi assegnati, la miglior partecipazione è stata riconosciuta al “Canal Cafè”e ai rappresentanti di un espresso ottenuto purificando l’acqua della laguna attraverso l’utilizzo di un impianto biologico. Il premio alla carriera invece è stato consegnato alla filosofa Donna Haraway, mentre il premio alla memoria è passato nelle mani dell’architetto Italo Rota.

Il padiglione Italia si è concentrato sul valore e sulla potenzialità della nostra costa, sia in termini di estensione sia in termini di ricchezza. In fondo all’Arsenale, la possibilità di uno sguardo allo spazio, come se fosse un piano B per cercare, in extremis, una fuga.

Uscendo dall’esposizione si torna a Venezia, con la sua unicità quasi incredibile. Questa fragile città ci ricorda l’impegno per salvarla e per salvarci, perché nello spazio non troveremo mai un gioiello come questo.

 

 

Foto: installazione di Pistoletto e Transsolar, installazione Canal Cafè (foto S. Ghilardi)

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