Ipazia. La prima donna filosofo
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È considerata la prima donna che ha esteso il proprio desiderio di conoscenza verso la filosofia e l’ha abbracciato fino alla morte. Il suo nome è Ipazia simbolo eterno di saggezza e coraggio, sinonimo odierno di eminenza sul piano etico-culturale. Chi fu questa donna che si stagliò tra i grandi nomi della filosofia greca? Ipazia nacque nel IV secolo ad Alessandria d’Egitto sovvertendo uno scenario filosofico che fino ad allora avanzava come esclusivo appannaggio del mondo maschile. Indirizzata dal padre nell’approfondimento delle scienze e della matematica, in pochi anni diventerà caposcuola del Neoplatonismo, dopo Platone e Plotino.
Il contributo maggiore di Ipazia varca le grandi scoperte quali l’Astrolabio e l’Idroscopio che portano la sua firma. Il più grande lascito della prima donna filosofo sarà la ricerca della verità mediante il culto della sola ragione. Come il suo acume, la sua cultura e la sua bellezza, anche il suo spirito pagano sarà una piega che la caratterizzerà come un personaggio unico. Ipazia sposò, senza riserve, la causa in difesa della libertà di pensiero, fino a divenirne martire. La sua morte agghiacciante, voluta in nome della religione, rappresenterà sempre uno scandalo storico memorabile.
Ma non la morte bensì la sua grandezza dovrà essere il principale monito della coscienza morale universale. Immaginiamola come ci aiuta a fare il Raffaello grazie al famoso affresco “La scuola d’Atene”: una giovanissima e radiosa donna, unica tra gli uomini e la sola a rivolgere il proprio sguardo dritto verso l’osservatore. Guardiamola anche noi e pensiamola nella sua straordinaria opera di vita che fu e che deve sempre essere.