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In stato di Grazia. Il monologo che taglia i confini del genere teatrale

In stato di Grazia. Il monologo che taglia i confini del genere teatrale

Tempo di lettura: < 1 minuto. Per la “Milano è viva al Castello Sforzesco” il 18 agosto, sul palco del Cortile delle Armi, si accendono i riflettori su una donna

  • PubblicatoLuglio 15, 2022
Tempo di lettura: < 1 minuto.

Per la “Milano è viva al Castello Sforzesco” il 18 agosto, sul palco del Cortile delle Armi, si accendono i riflettori su una donna irriverente e spregiudicata pronta ad abiurare un passato conformista. Lei è Grazia, il personaggio di un ironico monologo scritto da Tobia Rossi, drammaturgo e sceneggiatore piemontese. In scena si darà spazio alla bizzarria di una “donna  mutante”, benpensante e moderata prima, spudorata e rivoluzionaria dopo. La rappresentante di un modello senza equilibrio che volge da un rigido bigottismo per divenire esponente unconventional di libertinismo e iper-sessualità.

Sarà difficile catalogare un lavoro così ricco e intraprendente. “In stato di Grazia” sboccia come spettacolo sui generis, oltre le retoriche definizioni che chiudono uno show in un singolo territorio artistico. Si mescoleranno black e sex comedy, melò e fantascienza, per un turbinio a metà tra commedia e dramma.

In una location d’eccellenza, Margó Volo, attrice poliedrica e “allieva d’arte”, presterà la voce agli undici personaggi dandone forma e contenuto. La storia calamiterà temi di grande attualità: la sfera dei pregiudizi, i vincoli dei tabù e l’irrinunciabile libertà di poter divenire chiunque ci sentiamo di voler essere.

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