Chiudere

Il grande schermo altrui

Il grande schermo altrui
  • PubblicatoAgosto 26, 2024
Tempo di lettura: 2 minuti.

Televisiòn, quanti dé quanti nòcc sö quii pultrùnn (Televisione, quanti giorni quante notti su quelle poltrone)”, cantava  Davide Van De Sfross che aveva inquadrato bene la questione.

Il passatempo televisivo è un punto in comune fra Italia Gran Bretagna. Anche qui i cittadini adorano il grande schermo con un’offerta alquanto abbondante.

Tuttavia proprio sui palinsesti si notano alcune differenze le quali sembrano indicare anche un diverso approccio culturale su alcuni temi.

Film, eventi sportivi e serie a puntate sono popolari in entrambi i paesi. Quando però si arriva ad altre programmazioni le differenze emergono. Il caso più eclatante sembra riguardare i talk show. Malgrado dicano di detestare la politica gli italiani in realtà vanno pazzi per i programmi serali in cui se ne parla e ognuno ha il suo appuntamento preferito.

Oltremanica è completamente diverso. Una signora scozzese a York nel 2006 mi disse: «Gli Inglesi non parlano mai di religione, soldi e politica», ed è vero. Negli uffici raramente si parla degli appuntamenti elettorali. Tale attitudine si riflette nei palinsesti televisivi; di politica si discute esclusivamente durante i notiziari e nelle tribune elettorali prima di una elezione.

I britannici invece adorano i programmi di cucina e quelli di design. I primi potrebbero tradire una scarsa fiducia nei piatti nazionali e per gli italiani questo è un bene. Infatti il cibo nostrano è molto presente in queste programmazioni e, oltre a fungere da vetrina per il Paese stesso, ha permesso a diversi connazionali del settore di diventare personaggi famosi.

Sul design la cosa è ancora più sofisticata. Dietro non vi è solo la passione per la casa e su come arredarla. Molti programmi di questo tipo parlano della ristrutturazione di seconde proprietà in paesi stranieri con Spagna e Francia nel ruolo di destinazioni preferite. Ciò sembra voler indicare la grande passione dei britannici per la “fuga all’estero” specie in età avanzata. Un sentimento che l’uscita dalla UE non ha intaccato. Tali programmi sembrano fatti apposta per alimentare questo desiderio e, a differenza della politica, spazio nelle discussioni in ufficio lo trovano.

 

 

 

 

Lascia una Risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *