Edipo Re. Una favola nera all’Elfo Puccini
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Al Teatro Elfo Puccini di Milano si inaugura “Edipo Re”, spettacolo di prosa di rara maestosità nonché opera d’architettura infinita. Sofocle l’ha dipinta per la sua patria, ma gli effetti di quel magico pennello hanno dato alla luce una tradizione che corre fino ai nostri giorni, rivelando la propria ampiezza ermeneutica. “Edipo Re” si presenta da solo, con sempre più vigore e coraggio: è la tragedia che ci ha affascinato negli anni di studio dei classici antichi; è la storia sconcertante che sappiamo aver investito, ieri, la Grecia dei filosofi, e aver risvegliato, oggi, le nostre menti, con sempre nuovi significati.
Prendersi cura di una trama così spessa, pericolosa, fin troppo ricca di risvolti, rende di certo ardua l’impresa di inscenarla. Si tratta sempre di mettere le mani su “beni preziosi” che hanno grande valore per tutti noi. Ma incuriosisce tremendamente affacciarsi alle nuove possibilità, proprio quando si tratta dei contorni immortali di monumenti come l’Edipo. Ferdinando Bruni, con la collaborazione di Francesco Forgia, ha studiato una nuova interpretazione dell’opera, perseguendo una ricerca di segni perturbanti per mezzo di uno sguardo contemporaneo. Ci propongono una dimensione al di là della tragedia: un’amalgama perfetta costruita dall’inevitabile essenza tragica ma ingentilita da uno sfondo fiabesco, pur contraddistinto da toni scuri e disillusi.
Nel febbraio 2020 iniziò, da parte della medesima regia, l’indagine sul mito con un’opera dal titolo in estrema connessione: “Verso Tebe”, spettacolo battezzato come vero preludio a questa nuova produzione. Si preannuncia una favola nera, una macchina infernale, un meccanismo inarrestabile in cui ogni verso e ogni parola si fanno irti di dolorosa ironia e ambiguità. E così il viaggio continua, si inoltra nel mondo remoto attraverso una leggenda onnipresente per quanto lontana nel tempo.