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Torna la Milano delle case di ringhiera nello spettacolo di Varie ed Eventuali

Torna la Milano delle case di ringhiera nello spettacolo di Varie ed Eventuali
  • PubblicatoAprile 30, 2023
Tempo di lettura: 2 minuti.

Milano è una città con mille simboli che la rappresentano e molti hanno a che fare con le sue architetture. Non solo per l’inconfondibile profilo del Duomo o per l’orizzonte sempre più popolato di grattacieli dalle forme più varie, ci sono edifici che hanno un posto particolare nel cuore dei milanesi e sono le case di ringhiera. Questi edifici vennero costruiti all’inizio del secolo per ospitare in modo adeguato e salutare tutti gli abitanti che pur lavorando nella città non riuscivano a permettersi un alloggio.

Tanti autori hanno scritto romanzi e film su questo periodo e questi edifici, oggi convertiti in lussuosi condomini, continuano ad incantare. Ne è testimone Eraldo Cappella che da appassionato cultore della milanesità ha scritto diverse opere teatrali in dialetto milanese. L’ultima si chiama proprio «La Ringhera» ed è una carrellata di personaggi che hanno abitato, o avrebbero potuto abitare, quella Milano tra gli anni 50 e gli anni 70. Lo spettacolo sarà accompagnato da canzoni storiche, più o meno conosciute, che ci caleranno nell’atmosfera generosamente popolare di quel periodo, con alla chitarra Paolo Pinter, speaker di Radio Active 20068. Non manca una un punta di nostalgia nel lavoro di Eraldo Cappella che da milanese nato in Porta Cicca, o Porta Ticinese per i turisti, rimpiange su tutto la perdita dell’uso del dialetto. Un po’ per la forte immigrazione dagli anni ’60 e un po’ per le scuole che lo hanno bandito dai programmi educativi, il dialetto locale rischia di scomparire, a beneficio di altri dialetti come il napoletano e il romano forse più televisivi.

Lo spettacolo «La Ringhera» messo in scena dalla Compagnia Teatrale “Varie ed Eventuali” di Peschiera Borromeo esordirà il 6 e il 7 Maggio nell’Oratorio della Chiesa Parrocchiale Sacra Famiglia, con un gruppo di attori che ha sempre mantenuto alto il livello del teatro amatoriale della città. Sicuramente un invito per una piacevole serata ma per dirla come dice Eraldo “per non perdere il dialetto, che è bellissimo, è storia. Perderlo è come buttare via le proprie origini”.

foto: Paolo Monti – Serie fotografica (Milano, 1970) – Wikimedia CC

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